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Il Dosso di Costalta è una piatta altura da cui si gode la vista di gran
parte della Valle dei Mocheni. Ci torno sempre volentieri, stavolta
l'occasione è una bella nevicata. E'
stata una precipitazione accompagnata da neve piuttosto pesante spinta
da un forte vento, in quota mi aspetto di trovare gli alberi carichi
di
neve.
Mentre
salgo
le
nubi
si diradano e il tempo sembra volgere al bello, sono fortunato:
la luce non può che migliorare.

1. Abeti e Larici carichi di neve, salendo verso Costalta [20mm, F/11, 1/200, iso
100, mano libera].
Ho dei ricordi legati a questi luoghi; negli anni '70 la Provincia di Trento
era impegnata ad ultimare la realizzazione della sua rete stradale,
adesso
è facile
e quasi
scontato
raggiungere
in auto ed in breve tempo anche le vallate più periferiche del Trentino,
perciò è strano pensare che fino al '77 gran parte della Valle dei
Mocheni, così prossima al capoluogo, era ancora priva di una strada
di collegamento verso l'esterno.
In quegli anni mio padre lavorava con una ditta di costruzioni stradali
e stava realizzando la S.P. 135 che percorre la sinistra
orografica
del Fersina e collega i paesi e i masi mocheni con Pergine e la Valsugana.

2. Località "Le frate" [14mm, F/11, 1/200, iso 100, mano libera].
Per l'estate prese in affitto una camera con cucina e la nostra famiglia si trasferì
là per potergli stare vicino. Frassilongo o Palù del Fersina
sono a poco più di mezz'ora di strada dalla mia città, ma ai miei
occhi (avevo solo 6 anni) parve, ma forse effettivamente era così,
di entrare in un "altro Trentino":
un mondo in cui sopravvivevano ritmi e
opere
di un tempo passato.

3. Lungo il sentiero E404 [21mm, F/11, 1/320, iso 100, cavalletto, testa panoramica,
funzione mask di PTGui].
Alloggiavamo al Maso Slompi, presto diventammo amici dei proprietari della casa:
il capofamiglia A.S. aveva anche una stalla interamente in legno
con il classico
tetto di scandole, vi teneva le sue mucche, il cane
(che mi sembrava enorme) e ovviamente, il maiale. Spesso mi era concesso
seguire il padrone di casa o sua
moglie
in alcune
delle loro attività quotidiane e così partecipai alla fienagione,
imparai a mungere, vidi sbattere la panna nella zangola (>>) e assaggiai il burro appena fatto; talvolta le anziane
donne mochene tornavano
dal bosco indossando il tipico fazzoletto sul capo e portando
un cesto pieno di mirtilli .

4. La neve spazzata dal vento crea accumuli dietro alle rocce sporgenti
[14mm, F/11, 1/250, iso 100].
Ricordo abbastanza bene una domenica in cui andammo sulla cima del Dosso di Costalta.
La vecchia croce di legno che allora segnalava il punto più alto
è stata sostituita con da una enorme di metallo, stanotte il vento
vi ha
appiccicato
la
neve
trasformandola
in grossi
cristalli di ghiaccio.
5. "Croce di vetta" [16mm, F/11, 1/250, iso 100, mano libera].
Verso sera il cielo si copre nuovamente di nubi sottili che scivolano sulla
valle dei Mocheni provenendo da Est, scendiamo senza fretta, quando
il sole raggiunge l'orizzonte le nevi del Fravort del
Gronlait e del Sasso Rosso si colorano di una incredibile luce rosata.

6. Nei pressi di Malga Cambroncoi [85mm, F/4, 1/250, mano libera]
© Matteo Visintainer. |
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